Torniamo a scrivere sul blog per condividere una veloce opinione sulla nuova serie "30 Coins - Trenta denari" -produzione originale di HBO, dal 29 giugno scorso su Warner TV- della quale, avendo visto solo uno spezzone pubblicitario, ci siamo sentiti desiderosi di approfondire
Trattando questa espliciti contenuti di fede, non siamo riusciti a contenere il nostro disappunto su non poche delle vicende rappresentate nella serie, sul modo di raffigurare diverse realtà del Cattolicesimo e, sopratutto, sull'atmosfera che avvolge l'intera narrazione, ampiamente -a nostro dire- impostata sulla scia Browniana del Codice da Vinci (post scriptum: la serie vi si ispira per davvero!): per intenderci, una storia dove non possono che essere protagonisti assoluti gli onnipresenti quanto esasperati complotti che coinvolgono la Santa Sede, un numero indefinito di falsi storici attribuiti alla storia della Chiesa, e l'immancabile scoperta finale che, dopo duemila anni di illusione, spedisce la fede degli ingenui finalmente a farsi benedire (!).
E, ovviamente, il tutto condito in salsa thriller, perchè siano il misterioso e l'impensabile ad essere i veri motori della narrazione.
Prima di cominciare, però, ecco la trama della serie, così come ce la raccontano da Wikipedia:
“30 Coins - Trenta denari (30 monedas) è una serie televisiva drammatica spagnola distribuita sul servizio di streaming HBO Espana dal 29 novembre 2020. È creata e diretta da Alex de la Iglesia.
[...]
Padre Vergara, esorcista di professione, pugile ed ex detenuto, vive a Pedraza, una cittadina di Segovia, per dimenticare il suo passato e iniziare una nuova vita. Tuttavia, presto iniziano a verificarsi fenomeni paranormali nel luogo e dovrà contare sull'aiuto di Paco, il sindaco, ed Elena, la veterinaria del paese, per risolvere il mistero di una moneta che potrebbe far parte delle trenta con cui Giuda fu pagato per il suo tradimento di Gesù Cristo. I tre protagonisti finiranno al centro di un complotto globale che coinvolge la stessa Santa Sede e questo minaccia il mondo come lo conosciamo.”
Fin qui, diremmo, nulla di nuovo: l'ennesima serie che, giocando sull'innata curiosità degli spettatori, chiaramente affascinati dall'innegabile suspance narrativa, propone un ennesimo racconto ammiccante all'insuperabile corruzione vaticana ed al suo coinvolgimento in oscure trame di potere mondiali; una Chiesa insomma più attaccata alla cura del potere temporale che di quello spirituale, ed infestata dall'interno da gerarchie corrotte e spietate.
Fanno inoltre ampio capolino, quali veri e propri temi principali, le realtà dell'esoterismo, dell'occulto, dell'esorcismo e del paranormale: temi in gran voga odiernamente, ma anche grandemente lontani dall'essere banalizzabili come fossero un gioco, una rappresentazione hollywoodiana come un'altra. Questa modalità di rappresentare le realtà spirituali attraverso il filtro del horror, dell'angoscia e della paura, veicolano un'idea totalmente errata di queste: l'uomo cerca la spiritualità, perchè è parte di lui, ma la modernità, attraverso film e serie simili, non fa che offrirne una panoramica altamente inesatta e distorta, maggiormente accostante a qualche pratica new age piuttosto che alla sincera ricerca della verità, della pace e della bellezza eterne e trascendenti.
Al contempo, le realtà buone quali l'esorcismo vengono a loro volta aspirate in una rappresentazione banalizzante e cinematografica, paradossale ed inquietante: leggere una tavola Ouija o praticare un esorcismo scadono su un eguale piano, mescolandosi, e non c'è un vero discrimine tra questi per indicare quanto l'uno sia intrinsecamente cattivo e l'altro buono. Annullate le differenze in nome della banalizzazione televisiva, cade ogni giudizio morale, e realtà tanto importanti quanto dissimili sono accomunate esteriormente dall'orrifico e dal misterioso, senza conservare interiormente alcun valore di sorta che li unifichi.
L'Associazione Internazionale Esorcisti (AIE) ben sintetizzava così questo problema, in un comunicato abbastanza recente riferito al film L'esorcista del papa, ove Russel Crowe interpretava il ruolo del celebre esorcista padre Gabriele Amorth:
“Il risultato finale [di queste rappresentazioni edulcorate, n.d.r.] è di infondere la convinzione che l’esorcismo sia un fenomeno abnorme, mostruoso e pauroso, il cui unico protagonista è il demonio, le cui reazioni violente si possono fronteggiare con grande difficoltà; il che è l’esatto contrario di ciò che si verifica nel contesto dell’esorcismo celebrato nella Chiesa Cattolica in obbedienza alle direttive da essa impartite”.
L'AIE prosegue, in riferimento alle conseguenze che ciò comporta nel modo di concepire la Chiesa ed il suo ruolo:
“Gli ambienti vaticani, dipinti con la solita collaudata gamma di tinte chiaroscurali, danno al film un effetto alla 'Codice da Vinci', per insinuare nel pubblico il solito dubbio: chi è il vero nemico? Il diavolo o il “potere” ecclesiastico?”
Si finisce così per confondere ancora maggiormente le idee su temi tanto essenziali quanto fraintesi, rappresentando realtà buone ed indispensabili, quali l'esorcismo, in chiave ambigua e scorretta ed altre, sospette ed intrinsecamente cattive -quali l'occulto, lo spiritismo ed il contatto paranomale- quali piacevoli per il misterioso che recano in sé, quel senso di vertigine verso la quale la curiositò umana tende naturalmente a spingerci.
Nella speranza che un cattolico -ma dovrebbe valere per qualunque cristiano di sorta- non trovi alcun valido motivo per interessarsene, non è così per chi non lo è, e che semplicemente tende a prendere come verosimili resoconti del reale queste rappresentazioni o peggio, ispirandovisi nella propria ricerca di un senso alla propria vita.
Se, infatti, nel migliore dei casi uno spettatore particolarmente ignavo non farà altro che accogliere vecchie falsità storiche sulla Chiesa o complotti alla Codice da Vinci quali stuzzicanti possibilità -ed oscurando ancora più il ruolo salvifico di questa-, nel peggiore vi troverà persino l'ispirazione per accostarsi, più o meno direttamente, alle relatà dell'occulto e dello spiritismo, benchè per ingeua curiosità.
“Si ma rilassati! Che visione medievale, come si addice a voi bigotti...dopotutto è solo una serie, nessuno obbliga lo spettatore a fare alcunchè...”
Verissimo, quanto lo è anche il fatto che tutto ciò che sentiamo, vediamo o tocchiamo, alla fin fine, va a costruire la nostra identità, attraverso la quale parliamo, sperimentiamo e ci relazioniamo. Presto o tardi, in maggiore o minore misura...: se all'uomo moderno in cerca della sua spiritualità (nulla a che vedere col new age et similia) il mondo presenta unicamente rappresentazioni fuorvianti di questa ricerca, egli non potrà che finire per credere a queste, fino ad abbracciarle.
Per esperienza personale, infatti, ho potuto notare come nel vociare comune interessino molto più realtà quali l'esoterismo e lo spiritismo -avvolte da un alone di magia e mistero- piuttosto che comprendere realmente cosa esse rappresentino: non a caso punterei una buona scommessa che a rimproverare la pratica delle prime seguirebbe un'inesorabile quanto certa condanna per bigotteria al detrattore!
A sottolineare questa confusione, cito lo stesso regista ed autore della serie HBO, Alex de la Iglesia, che ci propone una riflessione in tal senso, chiave di lettura della serie stessa [in quadre le mie osservazioni]:
“Le riflessioni logiche sulla figura di Dio hanno portato a molte eresie: è questa la base della nostra storia. Ci sono quelli [principalmente sette eretiche di radice dualistica, quali i manichei, che trovarono in Sant'Agostino uno dei loro più strenui oppositori, ed i catari, “eredi” dottrinali dei precedenti] che pensano che, se Dio è onnisciente, il male stesso fa parte della sua essenza [sic!]. Dio e il Diavolo possono quindi essere concepiti come aspetti di una singola entità, un’entità che è in se stessa molto più complessa di quanto sembri. Ed è su questo che abbiamo fatto leva: all’interno della stessa Chiesa ci sono credenti che intendono in maniera diversa gli assunti divini [impossibile nella Chiesa Cattolica (una, fisicamente e dottrinalmente), e se sì sarebbe il caso di farsi due domande!]. Dio è Vita, ma è anche Morte."
[“...disse Gesù: «Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto»” Gv 14: 6-12].
La Redazione